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San Tomà, Traghetto, Calle delle Botteghe, Campo Santo Stefano, Piazza San Marco, Chiesa di San Marco, Palazzo Ducale

Sin dal Medioevo Venezia brulicava di corporazioni di arti e mestieri, nate per tutelare e regolamentare chi esercitava lo stesso lavoro. Una tra le più prestigiose associazioni era quella dei calzolai che a Venezia si chiamavano calegheri, da caligae, i sandali portati dalle legioni romane.

I confratelli si riunivano nella Scoletta dei Calegheri in campo San Tomà, sulla cui facciata si ammira un rilievo con la rappresentazione del loro santo patrono, Sant’Aniano, mentre sopra la cornice della porta vi sono alcuni esempi di scarpe dell’epoca.

In calle delle Botteghe vicino a campo Santo Stefano, sulla facciata della scuola dei calegheri tedeschi, si nota un alto rilievo di una scarpa con tacco alto che per la Venezia del tempo non era una novità. Nella Venezia del ‘400 e del ‘500 le nobildonne veneziane, ma soprattutto le cortigiane usavano indossare i famosi calcagnetti, zoccoli con zeppe molto alte.

Ulteriori testimonianze di questo antico mestiere si trovano in Piazza San Marco. Sull’arcone del portale principale della Basilica si vedono due garzoni che lavorano su una panca intenti a dare forma ad una scarpa, mentre la scultura di un apprendista con pettorale di cuoio decora uno dei capitelli esterni del Palazzo Ducale. L’artigiano porta in mano i ferri del mestiere ed è identificato dalla scritta in latino: cerdo sum (sono un calzolaio).

Sia i calzolai che i ciabattini erano presenti in Piazza San Marco in occasione della fiera della Sensa, dove esponevano la loro mercanzia in casotti di legno organizzati dalla Serenissima. Il fatto che fossero rappresentati nei luoghi più significativi della città, testimonia il prestigio della loro attività produttiva.

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