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Campo San Giacomo dell’Orio, Campiello dell’Anatomia, Campo San Polo, Campo Sant’ Aponal, Carampane, Rialto Mercato, Ruga degli Spezieri, Campo San Bartolomeo

Durante la nostra passeggiata scopriremo in che modo la Serenissima gestiva la salute pubblica dei suoi cittadini. Il governo veneziano, sempre attento al benessere della popolazione, nel 1671 dotò la città di un teatro anatomico che venne costruito in campo San Giacomo dell’Orio. Qui i chirurghi ed i barbieri partecipavano alle autopsie e alle dissezioni di cadaveri almeno una volta all’anno.

Non lontano da questo campo incontriamo una delle tante calli intitolate agli spezieri, che si dividevano in due rami per via delle loro competenze. Gli spezieri de fin erano l’equivalente dei moderni farmacisti, mentre gli spezieri da grosso erano i droghieri.

Le loro botteghe erano disseminate soprattutto nel cuore commerciale di Rialto, non lontano da dove si era sviluppato il Castelletto, il quartiere a luci rosse. Alle numerose meretrici cittadine, che vi alloggiavano, non era permesso di frequentare i centri benessere per la cura del corpo, le cosiddette stue, per paura che si diffondessero malattie contagiose come il mal francese.

In effetti l’insula realtina era una delle zone più densamente popolate della città, dove si concentravano la vendita e l’acquisto delle merci provenienti dall’Oriente tra le quali le spezie. Alcune di queste come il pepe, la valeriana, il cinnamomo e lo zafferano si usavano per creare la teriaca, medicinale molto in voga all’epoca per combattere ogni tipo di male. L’autorizzazione per la sua produzione veniva concessa solo a poche farmacie ed una di queste era la Spezieria alla Testa d’Oro, ai piedi del ponte di Rialto. Un’altra spezieria molto famosa era quella della Madonna in Campo San Bartolomeo, che con quella alle Due Colonne, ci permette ancora oggi di ripercorrere la storia della medicina e dei farmaci a Venezia.

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