Le prigioni di Palazzo Ducale: i Pozzi, i Piombi e le Prigioni Nuove
Ai tempi della Serenissima le prigioni più famose della città si trovavano all’interno di Palazzo Ducale ed erano situate nel cortile del palazzo. I detenuti avevano contatti diretti con famigliari e passanti, ma ben presto questa promiscuità creò problemi di sicurezza. Altre celle erano adiacenti agli uffici amministrativi, rendendo però la convivenza difficile a causa dei disgustosi miasmi che fuoriuscivano dai luoghi di prigionia.
Per rendere la situazione più accettabile nel ‘500 il governo veneziano decise di dare un nuovo assetto a questi luoghi di detenzione creando i famigerati pozzi ed i piombi. I primi, usati per i crimini più gravi, erano spazi di reclusione molto piccoli dove arrivava ben poca aria. D’estate quando la temperatura e l’umidità salivano, ai poveri carcerati veniva concessa la libertà di camminare lungo gli angusti corridoi.
I secondi erano celle poste sotto il tetto ricoperto di lastre di piombo, per questo chiamati piombi. Vi venivano imprigionati personaggi di un certo prestigio che non erano accusati di crimini efferati, come Giacomo Casanova, che li descrisse in maniera accurata nelle sue memorie.
Non lontane da queste celle si trovava anche la Sala del Tormento dove si interrogavano i testimoni e si punivano i rei confessi con gli squassi di corda sotto lo sguardo attento dei Signori di Notte al Criminal.
Alla fine del sedicesimo secolo per permettere migliori condizioni di detenzione ai carcerati, la Serenissima decise di costruire un edificio adibito a sole prigioni con numerose celle, collegate al Palazzo Ducale dal ponte delle prigioni. Già a partire dalla fine del ‘700 questo ponte assunse il nome di ponte dei Sospiri, dalla convinzione che qui i prigionieri passassero per entrare in carcere e vi sospirassero per il rimpianto della libertà perduta.
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