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La Chiesa di Santa Maria della Pietà e la Chiesa di Santa Maria dei Derelitti detta l’Ospedaletto 

Alla Pietà pregano Dio col violino, ai Mendicanti col flauto, all’Ospedaletto col fagotto, agli Incurabili col tamburo.

(Anonimo)

Nel sedicesimo secolo i quattro Grandi Ospedali veneziani aggiunsero alle loro numerose attività caritatevoli anche l’educazione musicale rivolta alle orfane che ospitavano. Solo le più dotate frequentavano il conservatorio distinguendosi dalle figlie da comun che si occupavano di mansioni domestiche e artigianali.

Nel Settecento alcune figlie del choro ebbero la fortuna di avere come insegnante Antonio Vivaldi, celebre compositore veneziano, che collaborò per lungo tempo con l’Ospedale della Pietà, il più importante tra questi istituti. Il maestro scrisse la maggior parte delle sue cantate e musiche sacre per le putte alle quali le dedicava. Le cantanti e strumentiste si esibivano dietro alle grate delle cantorie, in modo da non essere viste dal pubblico. Gli ospiti più illustri, richiamati dalla loro bravura, venivano ospitati nella cantoria d’onore, usata solamente una o due volte all’anno per questo scopo.

Sebbene il coro femminile dell’Ospedale dei Derelitti fosse di dimensioni più ridotte rispetto a quello della Pietà, non era di minore importanza. La sua orchestra era composta da quaranta ragazze, che prendevano posto in chiesa sull’ampia balconata sopra l’altare maggiore. Solo in seguito per accogliere gli ospiti di un certo rango, si decise di costruire una sala della musica finanziata dalle orfane stesse. La sua decorazione venne commissionata al pittore Jacopo Guarana, che eseguì delle splendide inquadrature tra le quali Apollo, protettore della musica, circondato da putte che suonano.

Questa secolare tradizione musicale continuò a prosperare per tutto l ‘800, quando l’interesse per queste grandi istituzioni venne scemando e si aprì una scuola apposita per l’insegnamento della musica, il conservatorio Benedetto Marcello.

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